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A metà strada fra Pinocchio e Arlecchino sembra porsi la maschera tipica calabrese, Giangùrgolo, capitano di origine spagnola che al posto del coraggio usa vanità e bugie. Il suo nome vuol dire "Gianni Ingordo", per sottolineare la sua caratteristica principale: l’ingordigia, l’insaziabilità di cibo che l’accompagna sempre. Per soddisfare questa sua continua ricerca è capace di fare qualsiasi cosa, anche rubare, mentire, spergiurare. E’ probabile che con la nascita di questa maschera, la tradizione popolare abbia voluto finalmente sbeffeggiare i signorotti calabresi e la loro boria e insolenza. Giangurgolo porta sul volto una mascherina rossa con un nasone di cartone, un cappello a forma di cono, di colore scuro, con fascia rossa, ornato con una piuma di pavone. Indossa un collettone bianco alla spagnola tutto pieghettato, un corpetto rosso e un giubbone a righe gialle e rosse con polsini bianchi merlettati, calzoni sotto il ginocchio e calze sempre a righe gialle e rosse, scarpe di vernice nera con fibbia, cinturone e un lungo spadone con bandoliera.
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